Genera lead per il tuo ecommerce senza lead magnet

Questo articolo parte dal presupposto che tu sappia cosa sia un lead e un lead magnet. Detto questo, vediamo insieme una tecnica passo-passo per iniziare a catturare i lead, ovvero i contatti dei tuoi potenziali clienti senza nemmeno avere un classico lead magnet.

Fase 1 – Devi avere un ecommerce

Questa cosa è chiara ai limiti del ridicolo e quindi non mi dilungherò oltre. Di base devi avere un sito ecommerce.

Non è importante che tu abbia centinaia di prodotti o uno solo. Va bene e può essere implementata in qualsiasi situazione. L’esempio che ti porto è di un ecommerce di un mio cliente che ha qualche decina di prodotti, nel momento in cui scrivo.

Fase 2 – gli strumenti necessari

Chatbot

Per mettere in pratica quanto stai leggendo devi avere un software che permetta di creare un primo livello di customer service automatizzato. Un BOT, un “robot” digitale che aiuta ed assiste i potenziali clienti per te nelle primissime fasi del contatto.

Io personalmente utilizzo LandBot e mi ci trovo benissimo.

Ufficialmente loro lo chiamano “no-code chatbot builder”, cioè un robot che senza bisogno di conoscere il codice ti permette di creare delle chat automatiche.

Nella pratica, usato come ti spiego, è un utilissimo strumento di customer service e lead generation.

Email marketing

Il secondo strumento che ti servirà è un software di email marketing. Ne esistono tanti, forse troppi sul mercato. Ne conosco molti, ma non li ho provati tutti. Io utilizzo ActiveCampaign, che ritengo se non il migliore, sicuramente tra i migliori software al mondo per email marketing e automatica.

Ponte tra i due software

Poi ti servirà un ponte tra i due sistemi. Di base Landbot e ActiveCampaign non si parlano tra di loro.

Zapier, il software che utilizzo io, ti permette di collegare i due sistemi.

Applichiamo un caso pratico: assistenza clienti per fare lead generation

L’assistenza clienti non è una seccatura, ma un’opportunità

Partiamo da un presupposto, le persone hanno costantemente bisogno di aiuto.

Per quanto un sito possa essere progettato bene, essere chiaro e fruibile, ci sarà sempre qualcuno che avrà bisogno di assistenza.

Non devi vedere questa cosa come una seccatura, piuttosto come un’opportunità per fare una vendita.

Allora, fatto l’elenco tecnico degli strumenti e le dovute precisazioni, cominciamo con le operazioni.

Fase 3 – Creiamo il nostro Chatbot

Adesso dobbiamo creare il nostro chatbot. Non starò a spiegare tecnicamente come si crea, perché è fuori dallo scopo di questo articolo, darti una guida passo-passo su come generale lead grazie al sistema.

Però ti do lo schema che ho usato per un mio cliente.

L’inizio

Il chatbot è creato in modo da partire in automatico dopo un tot di secondi che l’utente sta navigando il sito. Se passano 5 secondi, il chatbot chiede

“hey ti serve una mano?”

A quel punto l’utente ha davanti due scelte:

  • ignorare il bot / chiuderlo
  • cliccare e iniziare a “parlare” con lui

Se clicca e inizia la conversazione il sistema ti saluta, si presenta e ti propone la prima scelta. Importante che ci si presenti mettendo anche la faccia, perché le persone vogliono parlare con altre persone, non con robot.

Il messaggio recita:

Ciao! sono Oana. Sono la tua consulente Beauty District e sono qui per aiutarti. Cosa stai cercando?

Vedi? Ci stiamo presentando, si vede la nostra foto, e chiediamo come possiamo essere utili all’utente, il quale si troverà davanti 3 opzioni cliccabile.

La prima scelta dell’utente: che cosa succede poi?

In questo caso abbiamo 3 scelte possibili:

  • Voglio vedere i prodotti
  • Aiuto per gli acquisti
  • Voglio dare un’occhiata

Il motivo di tale scelta è perché abbiamo delle campagne Google Ads attive da parole chiave generiche sull’argomento cosmetici, beauty, cruelty free, vegan, biologico e naturale.

Quindi le persone che atterrano sul sito non stanno (ancora) cercando dei prodotti specifici.

Ma una volta arrivati sulla homepage, cerchiamo di indirizzarli noi nel punto migliore per loro.

Infatti, ecco cosa rispondiamo in base ai click

Prodotti

Cliccando su prodotti, la risposta è:

In effetti abbiamo diverse categorie di prodotto. Quale tra queste ti interessa di più?

Lo stiamo portando alla navigazione delle categorie prodotto:

  • corpo
  • mani
  • piedi

Voglio dare un’occhiata a tutto” porta semplicemente alla homepage, che è stata costruita come una vetrina dove l’utente può trovare e raggiungere qualsiasi sezione del sito.

Corpo, mani e piedi portano nelle categorie prodotto con la lista dei prodotti disponibili in quel momento.

Qui sotto vedi un esempio di alcuni prodotti della categoria corpo.

Ogni sezione porta alla fine all’assistenza clienti ed alla lead generation

Quindi, ricapitoliamo un attimo cosa fa il bot.

Inizia la chat.

Se clicco su “aiuto per gli acquisti” mettiamo in contatto la persona con l’assistenza clienti WhatsApp, uno strumento che tutti hanno e che è facile da usare.

Se clicco su prodotti, vengo accompagnato nelle pagine di categoria, quindi nei prodotti ed infine all’assistenza clienti.

Se clicco su “voglio dare un’occhiata” vengo portato alla homepage, che è una vetrina mista tra prodotto e altre pagine del sito. Quindi poi all’assistenza clienti.

Tutti, alla fine, passano dall’assistenza clienti.

Dopo, chiediamo il contatto, in questo modo:

Le persone in questo modo ci lasciano l’indirizzo email.

ATTENZIONE ad una cosa: il bot va personalizzato

Questo è uno schema. Può darsi che vada bene anche per il tuo sito, può darsi di no. Le cose vanno analizzate e progettate apposta per ogni sito.

Ad esempio, nella prima versione del CHATBOT, inserivamo subito una domanda, all’apparenza innocua. Chiedevamo alle persone:

Come ti chiami?

Le persone dovevano inserire il nome e poi il chatbot proseguiva come già hai visto.

Abbiamo scoperto che le persone abbandonavano TUTTE il chatbot perché la domanda veniva fatta troppo presto, anche se si trattava di un’informazione apparentemente irrilevante e di poco conto.

Nessuno vuole lasciare i suoi dati a qualcuno che non conosce, non sa chi sia e che non lo ha nemmeno aiutato con il sito.

Invece, notiamo che molte più persone sono disposte a lasciare un dato anche più importante, come la mail, se prima hanno ricevuto aiuto con il sito o con gli acquisti.

Fase 4 – Collegare i dati con ActiveCampaign

Qui entrano in gioco gli altri due strumenti: ActiveCampaign e Zapier.

Come dicevo, ActiveCampaign e Landbot non si parlano nativamente, abbiamo bisogno di un programma che si ponga in mezzo ai due e li faccia parlare. Questo programma è Zapier.

Anche qui eviterò di entrare nel tecnico mantenendomi più sul piano strategico.

Zapier fa una cosa tutto sommato semplice:

  • prende la mail che l’utente ha inserito dentro il chatbot
  • la “spara” dentro una lista ActiveCampaign

Stai già immaginando a cosa serve tutto questo, giusto?

Serve perché se hai una tua lista, hai qualcuno a cui scrivere.

Banalmente anche solo le tue nuove offerte, nuovi prodotti.

Più persone hai in lista, più persone hai a cui scrivere.

Più scrivi, più hai probabilità di vendere prodotti a questi clienti.

Questo è un esempio pratico, già testato ed applicato su progetti veri, dove si riesce a fare lead generation senza un lead magnet.

A volte, basta un piccolo automatismo che aiuti i clienti, un po’ di gentilezza e magicamente scopri che sono ben disposti a lasciarti email e ad essere contattati. Senza complessi funnel, lead magnet e headline markettare ai limiti (talvolta) della decenza e dell’aggressività di vendita.

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